L’orecchio inaspettato

La natura ci parla con voci e linguaggi diversi. Il vento, il mare, la pioggia, i tuoni, persino la neve ha un suo rumore e poi IL BOSCO.

Un amico ha fatto uno scatto che ha dell’incredibile, da subito non l’ho notato ma poi con il suo aiuto ho visto cosa il suo attento occhio aveva colto.

Un orecchio, si, un orecchio, un orecchio sul tronco di un albero, quasi un invito all’ascolto, un richiamo a prestare attenzione.

Il mio pensiero è tornato indietro nel tempo al ricordo di cosa il mio orecchio sapeva cogliere immerso nel silenzio solo apparente di un bosco.

Camminando il primo rumore che si percepisce è il proprio respiro più o meno affannato, poi il rumore dei propri o altrui passi che producono una ritmica danza, ma se ci si ferma e in silenzio si ascolta, il bosco regala molteplici voci. La mia preferita quella delle foglie smosse dalla brezza, poi i piccoli rumori della vita animale che si nasconde impaurita, ma presente, cinguettii e richiami di diverso tipo, il rumore di sassi smossi, di acqua in lontananza, di foglie calpestate, di pioggia sulle fronde.

Il bosco è vivo, ci parla e ascoltarlo è magia.

Dimenticavo, tutto questo è solo un bel ricordo che vive indelebile in me ma se mi sforzo con un po’ di fantasia lo posso ancora sentire.

Grazie Alfio!

Lara

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