Felicità è… fare la spesa!

La malattia di Menière ha portato nella mia vita anche cose buone. Una di queste è stata ridare valore e dignità a tanti piccoli gesti quotidiani che consideravo banali e scontati, a volte anche fastidiosi o pesanti… Uno di questi, udite udite, è entrare in un supermercato e fare la spesa…

Nel periodo di massima riacutizzazione della malattia, le crisi ricorrenti, ma soprattutto la “paura” delle crisi, mi avevano ridotta in uno stato di quasi totale dipendenza dagli altri. Io, che avevo fatto della mia autonomia pressoché totale un motivo di orgoglio e uno stile di vita, mi ero ridotta ad avere bisogno degli altri anche per le cose più normali, come prendere un treno, guidare, rimanere da sola in casa, entrare in un centro commerciale etc. In particolare, quest’ultima cosa era diventata una sorta di spauracchio: al terrore di una crisi improvvisa infatti si assommava il fastidio insopportabile causato dall’incessante rumore di fondo dei supermercati, misto alla musica, agli annunci pubblicitari e alle comunicazioni di servizio, una vera miscela esplosiva per le mie orecchie.

E così prendere la macchina, entrare in un supermercato, girare tra le corsie e riempire un carrello mi appariva sempre di più come una montagna da scalare! E, come spesso accade quando la nostra mente trasforma in oggetto di desiderio ciò che per qualche motivo non è più alla nostra portata, ho cominciato a pensare a quanto può essere piacevole e gratificante gironzolare tra i reparti di un grande magazzino con un carrello da riempire e a quanto siamo fortunati noi occidentali che abbiamo a disposizione tutta questa abbondanza, rafforzando in me la consapevolezza che in tutto quello che facciamo ogni giorno, dalle cose più semplici a quelle più “alte”, c’è un valore intrinseco che va apprezzato.

Quando poi le crisi hanno iniziato a diradarsi, ma la paura era ancora ben presente, ho voluto provare ad affrontarla. Volevo ricominciare a … fare la spesa da sola! Non so perché, ma la riconquista della mia autonomia doveva iniziare proprio da lì. Un giorno ho deciso, ho preso la macchina, sono andata da sola al centro commerciale e ho inforcato un carrello… Intanto mi ripetevo che tutto era sotto controllo e che se anche mi fossi sentita male, avrei chiesto aiuto a qualcuno… E tutto è andato bene, anzi man mano che riempivo il carrello, un vago senso di “onnipotenza” si impadroniva di me… era solo il primo passo, ma se avevo fatto questo, potevo fare ben altro.

E così è stato: una alla volta, ho preso di petto tutte le paure che negli anni più bui della malattia si erano stratificate dentro di me. Loro ci sono sempre ma ora sono io che detto le condizioni!

3 commenti
  1. Monica
    Monica dice:

    Valeria, che bella esperienza!
    Sono contenta per te.
    Hai un’espressione gioiosa e si nota la tua soddisfazione.
    Avanti così ?

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  2. Clementine
    Clementine dice:

    Brava Valeria, anch’io sono tornata a prendere la macchina e fare le cose che mi fanno piacere, ma per i supermercati e grande centri non ho nessuna voglia di entrare per via del recruitment, anche essendo con più amici in posti tranquili ho bisogno dei miei tappi antirumore, ma ho iniziata una nuova terapia perciò sono piena di nuova speranza, auguri per tutti

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