Desideri di lentezza… e pensieri che van di fretta

Mi capita sempre più spesso di pensare che la vita in generale, e la mia in particolare, scorra ad una velocità eccessiva costringendomi a una continua rincorsa. E non ci sono dispositivi Tutor o altri dissuasori esterni per limitarne la corsa. L’unico che può agire in maniera determinante per azionare il freno sono io.

E, infatti, va progressivamente aumentando il mio desiderio di lentezza, inteso come necessità di potermi concentrare solo o soprattutto sulle cose, sulle idee, sulle letture e sulle persone che maggiormente mi piacciono, quelle che mi appagano pienamente e che aggiungono valore alle mie giornate.

Però questo mio desiderio di vivere le giornate con più consapevolezza si scontra anche con la velocità dei miei stessi pensieri[1] e delle idee; mi si presentano numerosi, si collegano, si trasformano e poi fuggono veloci, al punto che molto spesso non riesco a trattenerli abbastanza per poterli elaborare o mettere da parte.

Insomma ho i pensieri che vanno di fretta.

Quindi, un casino! Ho la vita che viaggia in “Frecciarossa” mentre io vorrei gustare quel che resta del viaggio ammirando il paesaggio dal finestrino di una vecchia carrozza di un treno a vapore, e nel contempo, ho i pensieri che vanno troppo in fretta e vorrei trattenerne di più per coglierne i significati e magari raccontarli.

Proprio sul tema del “vivere slow” ho letto recentemente alcuni consigli per modificare i propri ritmi e condurre la vita “godendo” pienamente del viaggio e del tempo; esistono, intorno all’argomento, diverse associazioni, siti tematici, blog e studi che testimoniano che questa esigenza è davvero diffusa ovunque nel mondo tra persone di ogni età e condizione.

Alcune di queste dritte mi hanno colpito maggiormente per la loro semplicità e le voglio condividere, cercando al tempo stesso, di infiocchettarci un sorriso e qualche pensiero ironico (preso al volo prima che se la squagli).

  • Alzarsi qualche minuto prima al mattino per prepararsi (bagno, trucco e parrucco) e godersi la colazione con calma, magari con un poco di allegria.

Perfetto, bellissimo. Mi vedo già, bello (?), lavato, stirato e profumato, scendere a far colazione e attendere i miei familiari con un sorriso, un po’ ebete ma ricco di buoni propositi, per questo momento iniziale della giornata. Potrei anticipare la mia comparsa sulle scene alle 6,30…

Ma mia moglie è talmente “slow” che si è alzata già alle cinque perché è di turno ed è già sgommata da almeno un’ora. Il tutto confermato anche da mio figlio (che però preferisce essere “slow” prima di alzarsi e non alzarsi prima per vivere “slow”) con una tipica e particolare espressione mattutina. È un verso a metà tra un mugugno e un muggito (ne esistono diverse modulazioni a seconda del ritardo che si va accumulando) che va a completare il quadretto del sorriso mattutino.

Bello. Magari. Ci rifletto. Intanto, … mi fermo a letto cinque minuti in più e ci penso …

[1] Studi scientifici degli ultimi anni rivelano che le informazioni elaborate giornalmente dal cervello umano sono mediamente 70.000 e che viaggiano a 430 Km/h!!!

  • Al bar salutiamo il barista e il cassiere entrando e uscendo (e così anche in tutti i negozi, in ufficio, in ascensore etc.).

Questo mi piace. Penso però che già lo faccio, fa parte di quel bagaglio di regole di buona educazione che i miei mi hanno lasciato da trasportare (a fatica) e trasmettere (spero bene). Lo faccio, si. Salvo poi incupirsi quando al mio saluto non c’è risposta, una, due, tre o tutte le volte.

Magari cambio bar per cercarne uno più accogliente. Oppure salto il bancone (meglio se faccio il giro “lentamente”) e costringo il barista a salutarmi con quattro bei ceffoni (ma dati con giusta lentezza) …

No dai, cambio bar.

E in ascensore? Si sa, un viaggetto in compagnia in ascensore è la situazione da cui quasi tutti cercano di fuggire. C’è chi si attarda a guardare “lentamente” la posta (vadi pure ragioniere, io salgo dopo, vadi, vadi!), chi si dichiara atletico o bisognoso di movimento (sono già stato tanto seduto in ufficio e in auto, grazie salgo volentieri a piedi) e perciò azzanna a grandi falcate le scale per poi rallentare cianotico dopo la prima rampa appena fuori vista, c’è chi si auto convince che fare le scale rassoda e abbellisce il sedere …

Se invece proprio ci tocca, ecco che l’ascensore diventa il luogo dell’imbarazzo e dell’improvviso mutismo, dei mal di gola, degli interventi alle corde vocali, etc.  O, al contrario, è il juke-box con la compilation di dialoghi più miserevoli e banali (eh il tempo, si sa è un po’ matto / d’altronde … / eh, frutti di stagione / dicono che forse pioverà / eh già, già / ‘nnngiorno, ‘nasera, ‘ivederc…).

Unica eccezione è che l’altro occupante dell’ascensore sia la ragazza più bella dell’immobile, ufficio o condominio che sia!

Allora ecco chi si fionda dentro rischiando di essere strangolato dalle porte scorrevoli (salgo volentieri con lei, grazie), chi si lancia per aprirle le porte (prego prego, signora), chi se ne frega di ritirare la posta (ho già visto che non c’è nulla, tutta pubblicità) anche se ha notato due raccomandate che non promettono nulla di buono, chi spedisce per le scale il figlioletto (dai dai che alla tua età il movimento fa bene).

Poi, nel viaggio all’interno della navicella spaziale “Elevator 10”, la fascinosa signora tace e contempla la punta delle sue scarpe. Perché sì, è tanto bella ma purtroppo, poverina, è completamente muta fin dalla nascita; almeno questo si vocifera da più parti. Si scoprirà poi durante l’assemblea di condominio o nel corso di una riunione di lavoro che a volte avviene il miracolo e per un paio d’ore lei non è muta, ANZI!).

Naturalmente e puntualmente accade che nel “tête à tête” della durata di 3 o 4 piani l’ombrello fradicio si sganci e si apra nell’ascensore annaffiando la tipa, o che un sonoro “starnuto da guerra” del ragioniere lanci cilappini[2] di varia grandezza sullo specchio dell’ascensore (e accidenti proprio oggi che non ho un fazzoletto).

O peggio se, dopo un gentile e rarissimo complimento della fanciulla (che dolce… è il suo bambino vero ragioniere? Ma così si stanca…) impietosita dal bambino spedito a piedi per quattro piani, si naufraghi malamente con una risposta (quello? Ah sì, ma niente di che!) che rimarrà memorabile nella storia condominiale (e se la sfiga ce la mette tutta è facile che arrivi anche in azienda, caro ragioniere).

Ma lasciamo ragionieri e ascensori e torniamo a qualche ulteriore consiglio sull’approccio alla vita con giusta e positiva lentezza.

  • Quando mandiamo messaggi e scriviamo post e interventi potremmo iniziarli con il nome del destinatario accompagnato da “Caro” o “Cara” e senza usare troppe faccine o abbreviazioni, compreso l’uso delle “K” come se piovessero gratis e come se la lettera “C” costasse come l’oro.

Questo mi piace molto! Non so se sia slow, ma certo preferirei, nei commenti e nelle risposte che ricevo per i miei messaggi o i post, leggere parole che esprimono un pensiero articolato e non vedere una fila di pupazzetti e animaletti, con cuori pulsanti e occhi intermittenti, un po’ inquietanti e che spesso non trasmettono un significato certo.

[2] Meteoriti di varia grandezza composti essenzialmente di aria, germi e saliva.

Il nostro ragioniere potrebbe, ad esempio, inviare un messaggio alla bella dell’ascensore (se, e dico se, avesse il suo numero di cellulare o il contatto FB). Tipo:

Cara signora del quarto piano che ho avuto il piacere di incontrare “casualmente” in ascensore, quando ho detto “nulla di che” riferito al bambino intendevo che per lui i quattro piani di scale non sono granché … Sa, non vorrei esserle sembrato o che lei pensasse di me …”.

 Tranquillo ragioniere, sei proprio sembrato così … e di certo non ti pensa …

  • Usiamo una piccola parte delle nostre ferie come decompressione post vacanza, rientrando un paio di giorni prima.

Ecco, adesso “molto lentamente” mi nascondo e mi metto al riparo, poi lo propongo a mia moglie. Meglio se con un whatsapp. Di quelli scritti bene bene.

Se non mi sentiste più significa che sono stato scoperto e “ripetutamente e duramente compresso” già in fase di pre-vacanza, senza più riuscire a decomprimermi. Addio!

  • Non riempiamo la giornata di impegni, anche se piacevoli, proviamo a dire di no in qualche occasione e godiamoci dei momenti di vuoto.

Giusto, il consiglio è ottimo. Rallento e mi godo qualche momento di vuoto. Domani, per correttezza, lo dico anche in azienda, saranno felici di conoscere questa mia scelta …

  • In coda nel traffico o anche alla cassa del supermercato, non ci dobbiamo arrabbiare e spazientire: utilizziamo l’attesa per pianificare la serata o per chiacchierare con il vicino di carrello.

Mi viene in mente il vicino di coda di ieri, quello così simpatico che ha cercato di passarci davanti accelerando con il carrello come Cipollini sulla dirittura d’arrivo, trascinando con sé il suo bambino “ti fa vedere papà come si fa …”.  Se facessero gli alcool e drug test anche alla barriera casse ne verrebbero fuori delle belle. Altroché punti del supermercato!

Ma sì dai, non ci alteriamo, tutto molto zen. E un sorriso anche a te, bel bambino che in coda alla cassa distribuisci carrellate sui piedi (e altro) del cliente avanti a te e a “papàtttuo”. Davanti c’ero io con tutti quanti i miei piedi (dal dolore sembravano almeno cinque) e anche altro …

Bene, ora ci salutiamo. Aldilà dell’ironia sono convinto che sia molto importante per ognuno trovare o raggiungere una dimensione e una qualità di vita (soprattutto interiore) che permetta di gustare di più le tante occasioni e opportunità che ogni giorno ci vengono offerte e che spesso oltrepassiamo senza accorgercene.

I consigli, che ho commentato approfittando per dire un po’ di stupidaggini (spero non troppo banali e noiose), sono veri e, credo, validi. Cercando in rete si possono trovare tanti altri consigli, indicazioni e considerazioni per adottare o migliorare uno stile di vita realmente “slow” e molti sono gli spunti interessanti; alcuni li aggiungo di seguito.

Ciao!

V

  • Non facciamo due cose allo stesso tempo (a esempio telefonare e scrivere).
  • Camminiamo verso le località raggiungibili con una passeggiata invece di incolonnarci in auto.
  • Leggiamo i giornali e libri anziché stordirci ogni sera davanti alla TV.
  • Godiamoci più spesso la città nelle ore o nei periodi più tranquilli.
1 commento
  1. Sonia
    Sonia dice:

    Piacevole lettura Vincenzo. Sorrido e ponso che sono in ritardo….ma ho iniziato la giornata slow e con ironia…quindi questo sorriso sarà il tesoro che offrirò a chi incontrerò in acsensore…al bar…a tavola oggi a chi mi siederà accanto! Grazie di cuore Vincanzo!!!

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