In questi ultimi anni, sempre più spesso, le mie letture e scritture avvengono in formato digitale, dimensione di modernità che indubbiamente ha portato un bell’aiuto dal punto di vista dell’efficacia e della velocità.
I programmi di scrittura digitale hanno davvero aiutato una comunicazione veloce e più corretta (nel mio caso hanno aiutato anche la natura perché con tutte le stupidate che scrivo quando cerco di dare forma alle mie poesie … vi lascio immaginare le montagne di pagine accartocciate e buttate).
Scrivere, scrivere … chi di noi, solo vent’anni fa, avrebbe immaginato di scrivere e inviare, ogni giorno, così tante lettere e messaggi digitali di lavoro e non? Solo ieri erano fogli ordinati, scritti a penna o dattilografati, poi imbustati e spediti tramite le Poste; oppure bigliettini, scritti un po’ di nascosto, lasciati cadere nella borsetta di un’innamorata, o ancora letterine fatte scivolare nella mano della mamma per chiedere perdono per una birichinata o per dirle ti voglio bene …
Mentre condivido questi pensieri mi torna in mente (oddio come sono “grande”) che ho fatto in tempo a scrivere anche i fioretti della bontà su dei pezzettini di carta da lasciare in chiesa e che quando ho iniziato a lavorare in banca tutto era di carta; per compilare la prima nota generale di contabilità quasi mi ci dovevo stendere sopra per arrivare a riempire le caselle più lontane…
Quando si ha fretta di dire “ti amo …”
l’attesa dell’istante è sempre troppo lunga
ma il subbuglio della speranza
di riaverne in cambio un “ … si!”
non dura mai abbastanza
è sempre troppo breve …
E, una poesia dattiloscritta
la possono leggere in tanti e subito …
ma forse quelle parole così intime
erano solo per due occhi,
e stavano così bene su un foglio stropicciato
e macchiato di inchiostro e passione
E che dire degli strumenti di lettura digitale, dal pc al tablet, dallo smartphone al libro elettronico, ci hanno dato la libertà di ricevere e leggere immediatamente notizie in gran quantità e senza neppure chiederle (bombardati di informazioni in misura ben maggiore della nostra capacità di apprendimento), di avere velocemente comunicazioni da amici, parenti, colleghi, estranei permettendoci poi di interagire efficacemente e senza attese.
Tutti questi strumenti hanno ridotto moltissimo il nostro impegno personale per le ricerche e i contatti e, quasi sempre, accorciano i tempi per avere risposte e verdetti; e ci risparmiano la fatica di trasportare libri, blocchi, agende, astucci, riviste e giornali.
Forse è bello ricevere sul telefonino
una faccina che arrossisce per un messaggino …
Ma poter vedere la sorpresa sul viso
di un amato che legge, incuriosito,
un ritaglio di carta comune ben ripiegato
e scopre le parole “Me lo dai un bacio?” [1]
E sentire il fruscio delle pagine
di un quotidiano o di un romanzo
accompagnato dal profumo irripetibile
e rassicurante della carta stampata
non è forse già una colonna sonora
delle storie in cui abbiamo voluto entrare?
Ed ecco messo a fuoco un altro rumore di cui molti di noi sentono la mancanza. Il fruscio della carta, molti di noi non riescono più a sentirle con l’udito … ma forse, amici, poco importa perché, comunque sia, la CARTA CANTA una melodia che non si può dimenticare!
Vincenzo
PS:
Mentre rileggevo questo contributo ho intercettato alcune parole che credo contengano, più o meno evidenti, tanti spunti. Le ho evidenziate in colore arancio per condividerle. … Ciao!
[1] Ogni tanto vale la pena sorprendere chi ci è caro o ci sta intorno senza WhatsApp, ma con qualche parolina “giusta” scritta su un bigliettino, ben ripiegato e lasciato ad arte sul suo percorso… correndo anche il rischio di un ceffone!!!
Come sempre leggerti, caro Vincenzo, emoziona… amen basta che continui a scrivere, sulla carta o sul PC non mi cambia!
❤️
Fantastico Vince!
Letto solo ora……grazie Vincenzo!!!