Mi ritornerà in mente

…quando cade la tristezza
in fondo al cuore
come la neve non fa rumore…

(Mogol)

La notte dormo poco mentre un tempo ero un dormiglione patentato.

Gli insulti di un male denominato Menière hanno radicalmente cambiato quattro anni fa la mia vita e il mio sonno. Le ore buie sono diventate da allora momenti molto intensi: di lavoro, di studio, di approfondimento, di riflessione. Alcune volte anche di corroborante contatto e arricchente confronto con amici e conoscenti, passeggeri della notte quanto me.

Poi è arrivata la pandemia da covid-19 che ha impresso nella mia mente non pochi tasselli di dolore: io ero nell’occhio del ciclone.

Ho vissuto sessantadue giorni di rigorosa clausura ufficialmente imposta ma, nella realtà, inevitabilmente scelta.

Quattro parenti sono morti nel giro di pochi giorni.

Il mio “pluri-collega” (poiché insieme abbiamo cambiato posto di lavoro da una prima azienda ad un’altra) e “amico” Fausto è stato ricoverato in terapia intensiva dall’inizio della quarantena in condizioni disperate. Per un certo periodo abbiamo addirittura perso sue notizie perché era stata ricoverata anche la moglie.

Un vicino di casa molto simpatico, una sorella e troppi genitori di amici sono morti. Ho passato giornate intere a porre condoglianze a persone che si disperavano per non aver potuto assistere un congiunto negli ultimi attimi di vita. Ho vissuto anche l’incredibile esperienza di vedermi rifiutate le stesse condoglianze da persone aggrappate ad una salvifica indifferenza, increduli alla fatale notizia.

La ciliegina sulla macabra torta è stata l’interruzione di un’amicizia con una persona camaleonticamente rara. Con lui il confronto, secondo il mio punto di vista, era sempre stato costruttivo e trasparente.  Improvvisamente, e ai miei occhi senza motivo, quella persona si è trasformata in un divo del muto e ha iniziato a negare l’esistenza di quella che ormai solo io definivo amicizia.  Spesso mi chiedo cosa fosse per lui…

Il virus ha cambiato anche le mie notti.

In esse più dell’insonnia, che non mi ha mai spaventato, ho temuto i miei ricordi, i flashback, i dubbi, le incognite future che inesorabilmente venivano a trovarmi. L’isolamento forzato imposto dal covid-19 ha acuito questa mia fragilità e le inquietudini che mi hanno assediato sono diventate in certi casi fissazioni, paranoie. Ancor più del solito ho estremizzato le mie percezioni e i miei sentimenti.

Per questo motivo durante la giornata passavo da momenti di normalità a momenti di apatia e ancora a momenti di umore triste che prevaleva su qualsiasi stato d’animo, tanto da rendermi sordo ad ogni stimolo.

E anche la bestia Menière ne ha approfittato con acufeni tumultuosi, con accenni di instabilità, di fullness auricolare, sintomi che amplificavano quell’ombra d’inquietudine.

C’era anche una leggera nausea, che mi saliva dallo stomaco, ma non saprei dire se dovuta alla malattia o alla situazione stressante.

In poche parole, come direbbe Lucio Dalla, l’eccezionale era essere normale.

Poi una bella mattina, imprevista come un lampo che mi riconsegnava al mio modo di vedere la vita e di vivere, ecco che una mia amica, pur negando in seguito la premeditazione, ha intenzionalmente pubblicato in Facebook un’immagine con la frase di Leonard Cohen “C’è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce.”.

In qualche luogo della mia testa, inconsciamente, c’è stato uno sconvolgimento irreversibile.

Con meraviglia mi sono accorto di tutta la stupenda gente che mi ha inondato di affetto in quei giorni che, accecato, mi sembravano grigi. Quei brutti momenti nella realtà dei fatti erano stati saturi di telefonate stimolanti, video-chiamate, messaggi, mail, dediche sui social. Erano privi di abbracci solo perché vietati dalle direttive.

E a ben vedere la lista degli aspetti positivi era ed è infinita.

Nuove amicizie. Rapporti recuperati. Parenti riemersi da anni di silenzio. Affetti rinsaldati. Contatti sinceri, a dir poco empatici, con persone che ritenevo distanti. Condivisione di passioni. Confronti serrati. Ferite lenite.

Mi sono immediatamente riappropriato delle mie notti!

Sono tornato la persona che molti conoscevano.

Tutto mi ritornerà in mente, ma ora basta poco per essere felici!

Il mio amico Fausto ha ripreso coscienza: è stabile, anche se tutto procede lentamente…

45 commenti
  1. Elena asciutti
    Elena asciutti dice:

    Ciao Lorenzo, bellissimo questo articolo per come hai reso partecipi dei tuoi stati d’animo e flussi di pensiero anche coloro che non sanno cosa può significare avere questa sindrome. Un racconto coinvolgente , che ti porta prima nell’abisso ma conclude con una visione di serenità e di speranza . Di pari passo anche le immagini, che trovo molto rappresentative delle varie fasi e degli stati d’animo che si susseguono nel racconto. Complimenti Lorenzo!!!

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Elena, il bello è che, grazie a voi tutti e a Ivana, ormai è tutto alle spalle. Grazie di cuore… Ci vediamo il prima possibile!!! ❤❤

      Rispondi
  2. paola
    paola dice:

    Caro Enzo,
    difficile immaginarti triste. Meno male, sei tornato alla normalità…
    Non sapevo di questa tua malattia. Forza e coraggio. Sai di poter contare anche su una schiera di amici-colleghi, ancor più vicini in questo triste periodo. Sì. penso sia bello credere che “There is a crack in everything. That’s how the light gets in”.
    Speriamo di poterci incontrare presto. Intanto, Un grande abbraccio

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Che piacere leggerti Paola… ti ringrazio di vero cuore… Lo spero anche io di poterci incontrare presto… … e con Fausto!
      Un abbraccio forte forte.
      Enzo

      Rispondi
  3. elena
    elena dice:

    Ciao Lorenzo non ci crederai ma ho fatto lun percorso similestesso…e penso sia comune a tante altre persone.. come diceva sempre una mia cara amica..che è volata in cielo a Marzo , torna sempre il sole. buona vita

    Rispondi
  4. Letizia
    Letizia dice:

    Ciao Lorenzo! Quando ci siamo sentiti, sia via messaggio, sia telefonicamente nel periodo nero di questa brutta esperienza, sono rimasta molto colpita nel sentirti così diverso dal Lorenzo che conoscevo! Eri stato qui da noi poche settimane prima e la tua vulcanica presenza ci aveva lasciato una carica di energia! Il racconto dei tuoi stati d’ animo e del loro evolversi è molto coinvolgente e spero di riuscire anch’io a vedere un po’ di luce e uscire dal pessimismo nel quale sono ancora immersa.

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Carissima Letizia!
      Anche per me è stato un pomeriggio indimenticabile. Lo porto nel mio cuore.
      Ti capisco perfettamente! La paura si mescola all’impotenza e diventa difficile restare “equilibrati” ma non disperare la luce in fondo al tunnel C’E’!!!
      Se potessi scenderei a farvi fare una risata…
      Prima o poi lo faccio!
      Promesso!
      Un abbraccio forte forte da estendere a Lucio.
      Lorenzo

      Rispondi
  5. Claudio Stucchi
    Claudio Stucchi dice:

    Enzo non pensavo sapessi scrivere così bene. Ma lo hai scritto tu?
    Scherzi a parte, ricordati che noi ci siamo, io ci sono!
    Claudio

    Rispondi
  6. Nives
    Nives dice:

    Caro Lorenzo, mi hanno commosso le tue riflessioni e il racconto delle tue difficili esperienze.
    Sono felice di sapere che ora stai meglio.

    Anche se le vicissitudini della vita ci hanno allontanato, siamo uniti da molti anni da un’affettuosa amicizia su cui possiamo sempre contare.
    Un abbraccio
    Nives

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Grazie Nives!!!
      Le vicissitudini ci avranno anche allontanato ma basta vedersi per capire che non è cambiato nulla!!!
      Avrei voglia di fare tante risate…
      …e le faremo presto!
      L’abbraccio è contraccambiato con aggiunta di un bacio virtuale.
      Lorenzo

      Rispondi
  7. Sandro Brunetti
    Sandro Brunetti dice:

    Ciao socio. L’ho letto il tuo articolo… oltre che fotografo ti scopro anche poeta. adesso su wikipedia ho scoperto qualcosa di più sulla sindrome di Meniere. Complimenti e buona luce a te!!!

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Ciao socio (adesso tutti sanno come ci chiamiamo tra di noi).
      Ancora un piccolo miglioramento e sei perfetto! La prossima volta non usare wikipedia ma il sito ammi-italia.it.
      Ciao socio. Un abbraccio.

      Rispondi
  8. Cristina Ricotti
    Cristina Ricotti dice:

    Ciao Lorenzo, amico mio. Questo periodo di quarantena ha massacrato gli equilibri di molti di noi.la convivenza non è stata complicata solo nell’ambito della propria famiglia ma anche a livello dei propri pensieri. Vecchi fantasmi, paure, difficoltà a scindere la realtà dall’incubo Per chi come te l’ha vissuta nelle “zone rosse” uno strazio.Ma ora che ti stai rialzando (noi rimbambiniti, inteso come rimanere in fondo sempre bambini…dentro al cuore e nelle emozioni )sta’ tornando l’entusiasmo per la vita …seppur menierico ?❤.

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Ciao Cristina, amica mia.
      Mi fa piacere che ti sia ricordata che nel sito i commenti RESTANO ???.
      La convivenza con i famigliari non è stata complicata, anzi… quella con i pensieri sì!
      Hai perfettamente colto…
      Come ti ho già detto, ora sono radicalmente convinto che l’entusiasmo sia il sale della vita.
      Ti sono grato per tanto…
      Un bacio
      Lorenzo

      Rispondi
  9. Tiziana
    Tiziana dice:

    Ciao Enzo
    Ecco un articolo bellissimo scritto in modo esemplare ma che non ti aspetti e che ti fa riflettere.
    Oggettivamente non riesco a immaginarti “triste” hai sempre avuto un carattere piu che solare e per fortuna ora mi sembra di capire che ti stai ” ritrovando”, Forza che ce la fai.!!!!
    Un fortissimo abbraccio e un arrivederci presto.

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Carissima amica mia. Che piacere leggerti. Vinta la ritrosia agli strumenti virtuali per me? …è un onore!
      Scherzo!!!
      Sì! Mi sto ritrovando… (quanto mi conosci ?).
      A presto, anche con Fausto…
      Un bacio.
      Enzo

      Rispondi
  10. Nausicaaa
    Nausicaaa dice:

    Ciao Lorenzo!
    Come al solito riesci a cogliere l’aspetto positivo delle situazioni!
    Mi raccomando, continua così!
    Ti ricordo sensibile e sorridente; non cambiare mai.
    Un forte abbraccio
    Nausicaaaa

    Rispondi
  11. Lorenzo
    Lorenzo dice:

    Nausicaa non mi sembra proprio che tu sia molto diversa. Sempre solare!!!
    Ci vediamo presto …sto iniziando ad evadere ???
    Un bacio.
    Lorenzo

    Rispondi
  12. Paola
    Paola dice:

    Caro Ammici,
    mi sento come se avessi vissuto con te tutto questo. Eh già perché a noi il lockdown ci ha tenuto uniti più che mai. I km si sono azzerati, ogni sera era la solita domanda, ogni giorno la speranza di vedere più luce. Noi ci siamo abbracciati fisicamente una sola volta, il 12 dicembre, nella mia città. Poi il disastro e quella domenica mattina il mio primo timido buongiorno, è poi diventato un rituale. Un dolce rituale che ha fatto sentire una marchigiana nella tua Bergamo devastata. Ho sofferto e gioito con te. E di tutto questo solo e sempre….. GRAZIE LORENZO.

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Grazie a te Paola.
      Per essere vicini nella quotidianità non è necessario fare cose eclatanti. Basta sapere che l’altro si ricorda di te e c’è nel momento del bisogno.
      … e così è stato!
      Grazie ancora…
      Lorenzo

      Rispondi
  13. Nunzia
    Nunzia dice:

    Lorenzo, sono contenta di leggere che ti sei ritrovato…Grazie per aver condiviso il tuo dolore con la delicatezza che ti contraddistingue! Spero di vederti presto con il tuo sorriso e la tua macchina fotografica pronta a conservare immagini ed emozioni! Un abbraccio a te Lorenzo ai tuoi cari e alla tua città ferita ?

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Nunzia carissima,
      grazie a te per essere quello che sei. Sempre in punta di piedi ma sempre presente!
      Anche io spero di vederti presto: da Bergamo porterò la macchina fotografica!
      …il sorriso lo creiamo insieme!
      Un abbraccio forte forte da estendere alla tua bella famiglia.
      Lorenzo.

      Rispondi
  14. Rosaria
    Rosaria dice:

    Caro Enzo,
    faccio un pò fatica ad esprimerti pubblicamente quanto la tua storia di difficoltà, sofferenze, paure e delusioni mi abbia colpito.
    Non ne ero a conoscenza e il ricordo che avevo di te era molto diverso dalla realtà che hai raccontato.
    Tu hai scelto di mostrare le tue fragilità ed io, che ultimamente comunico sempre di meno attraverso i social, faccio lo sforzo di esprimere a te e a tutti quelli frequentano FB e PianetaMenière tutta la mia partecipazione alle difficoltà che hai attraversato e delle quali, mi pare, possiamo parlare al passato.
    Anch’io ho letto qualcosa della sindrome di Menière per meglio immedesimarmi nella tua situazione. Deve essere stata proprio dura.
    La vita ci sottopone a prove dure, a volta insopportabili ma una luce tra le crepe filtra sempre.
    E non puoi immaginare quanto sia felice che tu ti sia aggrappato a quel filo di luce e ne sia venuto fuori.
    Con grande immutato affetto
    Rosaria

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Rosaria carissima… che piacere leggerti!
      Sì, possiamo parlare al passato anche se il tempo non ha ancora lenito tutto…
      Ti ringrazio anche a nome di tutti gli AMMIci per la tua partecipazione alle nostre difficoltà.
      Spero di poterti incontrare presto.
      Un abbraccio forte forte???

      Rispondi
  15. Monica Mantovani
    Monica Mantovani dice:

    Lorenzo carissimo,
    hai scritto il tuo racconto in modo da farmi calare subito in uno stato di concentrazione partecipe.
    L’ho avvertito come la cronaca sentimentale dello strazio tuo personale e di un’intera comunità.
    La devastazione dei corpi ghermiti dal covid si è estesa alle menti dei parenti, resi incapaci di accettare la realtà di una fine inimmaginabile e così di cogliere la vicinanza espressa tramite condoglianze sincere.
    Davvero atroce.
    Si tratta di un evento che ha spaccato per sempre la storia della tua terra in un “prima” e in un “dopo”.
    Mi prendo qui il permesso di esprimerti il grande rammarico per non essere stata io in grado di condividere con te la preoccupazione e il dolore dei giorni trascorsi. Quando provo qualche tipo di sofferenza, tendo a chiudermi sia nell’esprimere la mia sia nell’accogliere l’altrui. Imputo questa reazione al lungo apprendistato che la Menière mi ha imposto in anni in cui era per lo più sconosciuta oppure, ancora peggio, misconosciuta e, dunque, ascritta a problematiche meramente psicologiche.
    Insomma, già in giovane età ho imparato a entrare in relazione con l’esterno
    da clandestina, di sicuro complice un certo aspetto di carattere.
    Ti chiedo, allora, di perdonarmi, se puoi, e di soprassedere quando scompaio per un po’, spesso, per fortuna, solo allo scopo di ricaricare l’energia che mi difetta.
    Conserva, invece, la tua preziosa carica vitale, la tua effervescenza, i sorrisi larghi e luminosi, lo sguardo aperto e curioso, la vivacità di una mente sempre desiderosa di nuova conoscenza: sono tanto benèfici per tutti noi che possiamo farne tesoro perché sei entrato nelle nostre vite come un folletto portatore di entusiasmo.
    Attraversa il buio che si è intrufolato nell’anima per i troppi lutti, attravèrsalo tutto fino in fondo, non negarlo e procedi oltre. Diverrà il ricordo grato di coloro che non ci sono più, ma ci sono stati e rimarranno.
    Ciao, grande Lorenzo.

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Carissima Monica,
      innanzi tutto grazie per i complimenti finali…alcuni aggettivi sono immeritati….
      Mi hai lasciato senza parole…
      Tu chiedi perdono a me?
      Tu ritieni di non essere stata sufficientemente presente?
      E allora chi era la Monica con cui ho dialogato????
      Diciamo allora che tutto è relativo!!!!
      Io, invece, ti ringrazio per la tua presenza e per il tuo conforto.
      Un bacione a te e ancora un bacione sulla fronte di mamma…
      Lorenzo

      Rispondi
      • Monica Mantovani
        Monica Mantovani dice:

        Darò un bacio da parte tua a Loretta, la mia mamy.
        Quanto al resto, grazie a te di esserci, ragazzone bergamasco?

        Rispondi
  16. William
    William dice:

    Ciao Lorenzo, direi che di covid e delle conseguenze sulla mia e sulla tua vita ne abbiamo già parlato a sufficienza. So che non me lo dirai mai, ma chi è quel pazzo che ha rinunciato alla tua amicizia? A presto amico mio.

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Ciaooo!!!!
      Eccoti carissimo passeggero della notte. (… ti piace la definizione che ho pensato anche per te???): mi sarei stupito se tu avessi commentato in altri orari???
      Comunque hai perfettamente ragione: non te lo dirò mai! Neppure dopo un’intera bottiglia di amarone.
      A proposito di tale bottiglia e della collegata cena: hanno riaperto i ristoranti!!!!
      ??
      A presto! .
      firmato: io!

      Rispondi
  17. Patrizia
    Patrizia dice:

    Caro Enzo, ti ricordo compagno di lavoro e di mille risate e mi sembra davvero
    impossibile immaginarti afflitto…
    Qualche anno fa ho avuto problemi alle orecchie che mi davano disturbi all’udito, capogiri e insonnia … stavo malissimo!
    Alle Gavazzeni avanzarono il sospetto che si potesse trattare della sindrome di Ménière… ero molto preoccupata!
    Il mitico dottor PAPALIA, stimato otorinolaringoiatra, ridusse la diagnosi ad una grave forma di otite…
    Sono contenta che anche tu, pur avendo sofferto davvero della sindrome, sia guarito.
    È una rinascita! Sii felice, ridi come tu sai fare, con la tua risata contagiosa!
    Ti auguro tanto bene e te ne voglio sempre, tanto!
    Un bacione affettuosissimo
    PATRIZIA
    PS felicissima per Fausto. Ho
    saputo in ritardo delle sue condizioni, e mi auguro che recuperi presto.
    Mi permetto inoltre di complimentarmi con Monica Mantovani, che non ho il piacere di conoscere, per quanto e come ha scritto.
    Auguri di cuore anche a lei!

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Carissima Patrizia,
      sì, è impossibile dimenticare le mille risate… ma erano più contagiose le mie o le tue?
      Ti devo dire che purtroppo alla veneranda età di 60 anni soffro ancora di risata irrefrenabile: quando inizio ho difficoltà tuttora a smettere!!! Ma ho ancora tempo per migliorare…
      Sono contento che tu stia bene ed anche io sto bene …però, mi dispiace contraddirti, ma dalla Menière per ora non si guarisce…ma… mai dire mai!
      Io sono in una fase di remissione che vuol dire non avere crisi vertiginose violente… purtroppo il resto del pacchetto mi segue…
      Ti ringrazio per le belle parole. Speriamo che Monica legga i tuoi complimenti, comunque la prima volta che la sento glieli riferisco.
      Anche io ti voglio tanto bene e tu lo sai!
      Un bacio

      Rispondi
    • Monica Mantovani
      Monica Mantovani dice:

      Patrizia, ho scritto il mio commento sulla scia delle parole di Lorenzo che ci ha fatto immergere in modo emotivo ed insieme razionale nei lunghi giorni della tragedia di Bergamo.
      Grazie a te, comunque, per i complimenti che accetto quasi con imbarazzo.
      Ciao, Patrizia!

      Rispondi
  18. Gianpiero Napoli
    Gianpiero Napoli dice:

    Trovo geniale ed emozionante l’opera di Lorenzo,
    un mix di arte, poesia e Fotografia.
    Non servono tante parole per descrivere un capolavoro, al massimo serve una rilettura.
    Complimenti per tutto

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Gianpiero ti ringrazio!
      …addirittura un capolavoro? Sei troppo gentile! Mi fa piacere che tu abbia citato anche la nostra passione comune: la fotografia.
      Ci vediamo al prossimo workshop.
      A presto.
      Un abbraccio.

      Rispondi
  19. VINCENZO
    VINCENZO dice:

    Che fiume impetuoso di affetto, partecipazione, vicinanza sei riuscito a far fluire caro Lorenzo.
    Tantissimi amici hanno voluto testimoniare quanto sei importante per loro e sono sicuro che questa è solo una piccola parte di quelli che ti vogliono davvero bene.
    Tutto stra meritato.
    V

    Rispondi
    • Lorenzo
      Lorenzo dice:

      Carissimo amico mio,
      Sì, hai perfettamente ragione: è solo la punta dell’iceberg… sono stati tre giorni molto intensi e molto empatici! Contatti particolarmente gioiosi e completamente diversi da quelli di quei giorni!
      …pensare che avevo programmato di fare le dichiarazioni dei redditi famigliari???: non ne ho avuto il tempo!
      Colgo l’occasione per ringraziarti del supporto critico che mi hai dato nonché del conforto che hai saputo trasmettermi.
      La TUA definizione di “passeggeri della notte” (che mi hai regalato) è stata apprezzata da tutti quelli che vi ci sono ritrovati e ora, quando ci sentiamo, ci salutiamo con un bel “Ciao passeggero!”
      Un abbraccio forte forte.
      A presto.
      Lorenzo

      Rispondi
      • VINCENZO D'AMBROSIO
        VINCENZO D'AMBROSIO dice:

        Anche io sono un po’ passeggero della notte perciò mi sono trovato bene e coinvolto nel tuo racconto. Ciao

        Rispondi
  20. Bionda Marie Claire
    Bionda Marie Claire dice:

    Caro Cugino
    il tuo scritto mi ha turbata profondamente . Immagino, certo non fino in fondo, le angosce che hai provato in questo periodo drammatico. Le hai sapute descrivere in modo ammirevole. Sei tornato la persona che tutti conoscevano dici. Ne sono felice.
    Mi ricordi molto il tuo papà.
    Ciao un abbraccio anzi un tocco di gomito!!

    Rispondi
  21. Lorenzo
    Lorenzo dice:

    Carissima Maria Clara,
    non potevi farmi regalo più grande dicendomi che ti ricordo papà.
    Sono contento di averti ritrovata. Appena è possibile vengo a trovarti e lascia perdere il tocco di gomito: voglio abbracci, abbracci, abbracci…
    Con affetto
    Enzo

    Rispondi
  22. Greta
    Greta dice:

    Caro zio,
    leggere queste parole mi ha colpito. Pur abitando a dieci letterali metri di distanza, di certo non avevo mai colto questo dolore. Il periodo di quarantena ha messo tutti a dura prova e i continui e improvvisi sbalzi d’umore (che peraltro sono l’effetto più trascurabile della situazione) sono stati all’ordine del giorno un po’ per tutti. Ma di certo, anche ingenuamente, non mi sono mai soffermata sul fatto che il tuo “male denominato Menière”, come l’hai definito, portasse un’isolamento e un dolore ulteriore in tutto questo. Tuttavia se non sono riuscita a cogliere questa fragilità, ad oggi posso dirti con certezza che la tua ritrovata serenità si sente e si vede. Tra una fotografia e una risata, non ho mai sentito la tua voce più allegra di così!

    Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *