Dita al sapore di sale

Il sale mi è sempre piaciuto tanto. Fin da piccola ricordo che dopo aver fatto un bagno in mare mi infilavo le dita in bocca e assaporavo il sapore del sale, le mie papille gustative impazzivano dalla gioia ogni volta che ripetevo quel gesto. Crescendo poi è diventato il mio condimento preferito. Non mi interessava che facesse male, mi piaceva troppo la sua capacità di trasformare il sapore di un piatto, come dei piccoli granelli bianchi riuscissero a fare quella che per me era una magia.

Mi viene quasi da ridere a pensarci adesso. Ora che quella mia abitudine è stata completamente stravolta, ora che il sale cerco di evitarlo in ogni modo. La Menière ha avuto un effetto benefico su di me in questo senso, perché lo sappiamo bene il sale è un nemico per tutti, non solo per noi menièrici. E abbandonando il sale ho scoperto che il sapore vero dei cibi è molto più buono. Che ci sono tanti piccoli aiuti naturali che ci permettono di sostituire questo malefico ingrediente se solo lo vogliamo davvero. Mi piace sperimentare in cucina ricette nuove e questo me ne dà l’occasione!

Non sono diventata intransigente su tutto. Una volta ho provato ad acquistare le arachidi al naturale e dopo la prima manciata ho pensato che fossero una delle cose più disgustose al mondo (!!) per cui ho deciso di mangiarle pochissime volte, ma quando lo faccio me le concedo belle salate, come piacciono a me.

E poi devo dirvi la verità, miei cari amici, io sono una di quelle malate che si ricorda di seguire alcune accortezze quando sta male, ma quando sta bene cerca di vivere la sua vita nel modo più normale e naturale possibile.  Concedendomi aperitivi, strisce di focaccia e un hamburger ogni tanto. Perché ne ho bisogno, ho bisogno di sentirmi padrona della mia vita quando la malefica decide di lasciarmi in pace.

Dott.ssa M. Parisella

Dott.ssa M. Parisella

Per questo motivo, quando ho visto per la prima volta il programma del convegno di Bologna, sono stata entusiasta di leggere che ci sarebbe stato la relazione “Aspetti nutrizionali e riflessi metabolici” della Dottoressa Parisella, biologa nutrizionista.

Così dopo averla ascoltata ho immediatamente pensato che avrei voluto porle qualche domanda in più per “Pianeta Menière” e lei mi ha dato subito la sua disponibilità.

Per cui amici, specialmente quelli che non sono riusciti ad essere a Bologna, ecco qui le mie domande. Spero potranno essere di aiuto per tutti quanti noi!

M:Il sale, si sa, è un nemico un po’ per tutti ma per noi malati di Menière lo è forse un po’ di più. Io adoro cucinare e sto scoprendo che ci sono molte alternative salutari all’utilizzo del sale, potrebbe suggerircene alcune che lei ritiene possano essere più importanti/benefiche di altre?”

D:Nel caso del sale non si tratta solo di quantità ma anche della qualità del sale che viene utilizzato. Spesso in cucina è comune l’utilizzo del sale bianco, il quale per essere tale subisce diversi processi di raffinazione con perdita di molti minerali e favorendo un maggior contenuto di sodio, quindi la prima alternativa che suggerisco a chi proprio non riesce a fare a meno all’aggiunta di sale nei cibi è il sale marino integrale che a parità di peso del sale bianco contiene meno sodio proprio perché meno raffinato.

Altre possibilità sono rappresentate dall’utilizzo del limone, il gomasio composto da 10 parti di sesamo e solo 1 di sale integrale marino, l’aceto di mele, le erbe aromatiche come Timo, Rosmarino, Lavanda, Origano, Menta, Alloro e Basilico, ricchissime di sali minerali, l’unione di pepe e curcuma e infine il sale di sedano ottenuto macinando le coste del sedano essiccate.

M:“La parte che mi ha colpito di più del suo intervento è stata quella relativa al “microbiota intestinale” (micro-mondo di batteri che ospitiamo all’interno del nostro intestino). Ho scoperto quanto sia importante mantenerlo equilibrato per evitare la proliferazione di batteri nocivi, e avere abitudini alimentari corrette è fondamentale.  Cosa ci suggerisce per riuscire a mangiare nel miglior modo possibile?”

D:Preservare il microbiota intestinale è di fondamentale importanza per tutte le persone, ed è possibile farlo seguendo alcuni accorgimenti:

– prediligere prodotti di agricoltura biologica

– evitare il consumo di alimenti confezionati come merendine, biscotti, crackers, succhi di frutta ecc…

– prediligere durante gli acquisti la frutta e la verdura di stagione

– se si assumono molti farmaci è importante la concomitante assunzione di fermenti

Esistono inoltre una serie di alimenti capaci di ripristinare il corretto equilibrio dei batteri intestinali quali prebioti e probiotici:

– Il Kefir alimento ricchissimo di fermenti lattici vivi

– Il cavolo fermentato conosciuto come Crauti, che stimola la crescita dei batteri buoni

– Il Tempeh probiotico con le maggiori proprietà benefiche ottenuto dalla fermentazione della soya

– I vegetali a foglia verde ricchi di minerali che nutrono e migliorano la salute della parete intestinale

M:Noi malati sappiamo bene che non esiste una cura standard per tutti ma che, anzi, molto spesso capita che una terapia che si rivela salutare per una persona possa non esserlo per un’altra. Vale la stessa cosa per lo stile alimentare che seguiamo. Ci sono, secondo la sua esperienza, alimenti che risultano di primaria importanza per chi soffre di disturbi uditivi e/o malattie come la nostra?”

D:Come ho già spiegato nel mio intervento al congresso AMMI a Bologna non esiste una “dieta universale” per i malati di Meniere, ma per tutti i soggetti che hanno disturbi uditivi è fondamentale assumere alimenti ricchi di Vitamina B12 quindi Tonno, Merluzzo, Uova, Salmone, Sgombro, Yogurt, Latte; alimenti ricchi di Vitamina B9 come gli Spinaci, i Broccoli, gli Asparagi, i Fagioli, Piselli, Kiwi, Fragole, Arance, Mandorle e Noci. Alimenti ricchi di Vitamina C come Kiwi, Fragole, Ciliegie, Agrumi, Radicchio, Spinaci, Peperoni e Pomodori; alimenti ricchi di Vitamina D come il Tonno, il Salmone, il Burro e lo Sgombro. Alimenti ricchi di Vitamina E come la Frutta a guscio, i cereali integrali e infine alimenti ricchi di sali minerali, quali Zinco, Magnesio e Selenio e quindi i semi di zucca, la frutta a guscio e il cioccolato fondente almeno all’85%.

Altra cosa fondamentale è stare sempre attenti al carico glicemico dei piatti che mettiamo in tavola, calcolare il carico glicemico è molto semplice, si moltiplica l’indice glicemico dell’alimento per i grammi di carboidrati e si divide per 100. E’ sempre importante fare pasti completi unendo i carboidrati a proteine e grassi, in modo che la glicemia non salga molto rapidamente.

Mimi

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