Come un volo di farfalla

(Mi rimane in mente)

Se non avessi visto il sole
avrei sopportato l’ombra
ma la luce ha reso il mio deserto
ancora più selvaggio

(E. Dickinson)

In questo periodo così difficile accade ancora più spesso di avere pensieri e desiderio di persone, cose, suoni e profumi che sono, per ora, fisicamente irraggiungibili. La nostra dispettosa malattia già costringe molti di noi a rinunciare a suoni particolari; adesso anche questa nuova guerra, sconosciuta e inquietante, ci nega occasioni di incontro, ci impone di evitare gli abbracci e i baci, ostacola la ricerca della bellezza di paesaggi e panorami, piccoli o grandi, con i profumi e i suoni che li caratterizzano.

Allora il “Mi ritorna in mente” di questi giorni non è un suono perduto o che non riesco più a gustare pienamente ma un vero e proprio scorrere di immagini favolose di quello che mi rimane in mente in attesa di poterlo riassaporare pienamente.

E sono tante queste cose, quasi tutte molto semplici e alcune le voglio condividere con voi. Quello che mi rimane in mente provate a immaginarlo come il volo di una farfalla che sa di avere solo il suo tempo e per questo motivo non si ferma mai; continua a cercare sempre nuovi posti da visitare e poi svolazzando torna e ritorna là, dove più le è piaciuto passare e dove l’amore è ben riposto.

Tornerà il momento di uscire di casa e allora gusterò di più la domanda serale in famiglia: “Chi è il primo a uscire domattina?”. Altrettanto per il momento di rientrare alla sera e di ritrovarci insieme: “come è andata oggi?”.

Come una farfalla in volo …

desidero tornare presto a camminare in riva al mare, ascoltare le storie che racconta con il suo eterno mormorio, guardare l’orizzonte dove, verso l’infinito, il mare e il cielo si baciano con tenerezza o con passione.

Voglio camminare per il centro di Bologna, città che ho nel cuore, con i tanti amici che hanno lì le loro vite; sorprendermi per qualcosa di bello a ogni scorcio e chiedermi come sarebbe stata la mia vita se fosse continuata lì dove è iniziata. Nella mente ho ancora le parole di Carbone, Dalla, Guccini che hanno accompagnato tante emozioni, e ancora lo fanno.

Mi immagino arrivare alla mia scrivania in ufficio, rassicurarmi in silenzio con la normalità della presenza dei colleghi – stanno tutti bene –, poi sedermi, attivare gli strumenti e le procedure per lavorare; e iniziare una nuova giornata, sbuffando e brontolando come una pentola di fagioli.

Non vedo l’ora che si realizzi un altro evento di AMMI per vivere momenti importanti che sempre mi arricchiscono. In questi ultimi anni partecipare ai convegni è stata per me una vera e propria dichiarazione di primavera, intesa come stagione dolce e come rinnovarsi di sentimenti e amicizia; il tutto tra conoscenza e speranza per la gestione di questa nostra malattia e gli abbracci e l’affetto degli amici, un’unione e comunione perfetta di intenti e sentimenti.

In questi anni in cui AMMI mi ha offerto la sua attenzione e la sua empatia, questa brezza di bene ha condotto il volo della farfalla in giro per l’Italia da Genova a Bergamo, da Trieste a Roma, dalla Sicilia a Torino e mille altri luoghi fioriti di gentilezza, aiuto e rispetto reciproco, pieni di esempi speciali di amore per il prossimo e resilienza. Molto abbiamo gioito e alcune volte anche pianto e sofferto, ma INSIEME.

Sento sempre forte il richiamo del mio Salento, in viaggio tra ulivi secolari, terra rossa e muretti bianchi; chiudo gli occhi e respiro, balsamo e sollievo, il profumo del mare e della macchia mediterranea, essenze di rosmarino e liquirizia.

Desidero tornare a incontrare persone per parlare e raccontare qualcosa delle mie parole, dei miei versi, delle emozioni con il desiderio di arrivare al cuore o alla sensibilità e condividere con loro qualche bella suggestione.

Voglio sentire scricchiolare sotto i piedi il ghiaietto dei vialetti di un vecchio cimitero, ordinato e silenzioso, dove, all’ombra di annosi cipressi, riposano in pace le mie radici.

Mi vedo già passeggiare in maggio senza fretta per i viali della mia città e fermarmi ogni tanto, con un sorriso, a respirare il profumo dei tigli in fiore, dono di primavera.

Voglio svegliarmi prestissimo, prendere l’auto e andare a fotografare l’alba sul mare o in collina, quando i colori rossi sono così belli e variegati da togliere il fiato … o uscire tardissimo nella notte per andare sui colli a vedere le stelle che guardano giù e restare in attesa, sperando che qualcuna stia guardando proprio me!

Ascoltare rapito e con gratitudine un amico che crea armonia ed emozioni volando sulle corde della sua chitarra e immaginarmi un po’ nelle sue mani e nella sua passione.

Voglio portare un fiore, un bacio e una lacrima.

Voglio dire grazie per tutto questo.

GRAZIE!

Vincenzo

5 commenti
  1. Lorenzo
    Lorenzo dice:

    Vincenzo, certe volte la parola “grazie” non basta a contraccambiare le emozioni donate… …ma se spesa sinceramente, come in questo caso, penso possa essere il mezzo più diretto ed empatico che io abbia a disposizione per farti capire quanto mi hai toccato nel profondo. Grazie!

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